Erice è un comune italiano di 28.534 abitanti della provincia di Trapani in Sicilia. Poco lontano da Trapani, sulla vetta di un monte isolato, a 751 m d’altezza poggia, naturalmente protetto, solenne e solitario, un piccolo e prezioso gioiello della nostra provincia. Per secoli la bellezza delle vedute, la tranquillità del luogo e la nebbiolina che spesso la nasconde agli sguardi indiscreti hanno reso Erice il luogo privilegiato per gli studi degli eruditi e le preghiere dei religiosi. Fatta di stradine strette e tortuose, archi tipicamente medioevali, cortili riccamente decorati e piccole botteghe mantiene immutato ancora oggi il suo antico fascino. Ha la forma di perfetto triangolo equilatero, coronato su due vertici dal Castello di Venere, a sud-est, e dalla Chiesa Matrice, a sud-ovest. Al centro, la chiesa di San Domenico è oggi sede del prestigioso Centro Internazionale di Cultura Scientifica “Ettore Majorana”, fulcro di un’intensa attività di ricerca scientifica diretta dal Prof. Antonino Zichichi che lo fondò nel 1963. La città è famosa anche per la particolarissima pasticceria locale, a cui le monache si sono dedicate fin da tempi lontani.
Segesta sorge a pochi chilometri da Alcamo e da Castellamare del Golfo, nel comune di Calatafimi – Segesta, sulla cima del Monte Barbaro: un luogo inaccessibile da tre lati e quindi perfetto per le antiche popolazioni costrette a difendersi dai propri nemici. Oggi è famosissima per ciò che è rimasto del suo antico splendore: il Tempio in stile dorico, il Teatro e il Santuario di Contrada Mango. Ogni estate, nello splendido scenario dell’antico Teatro di Segesta rivivono le opere dei grandi classici del teatro. La città sorgeva su due colline, sulla cima del Monte Barbaro. La cinta muraria racchiude due acropoli (Nord e Sud). Accanto l’acropoli Nord sorge il Teatro. Al di fuori delle mura, si trovano il Tempio, il Santuario di Contrada Mango e i resti di una necropoli ellenistica.
La Riserva naturale orientata dello Zingaro è una riserva gestita dall’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana. La costa dello Zingaro è uno dei pochissimi tratti di costa della Sicilia non contaminata dalla presenza di una strada litoranea.
La Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala è una riserva naturale della Sicilia, creata nel 1984 nel territorio del comune di Marsala. Si estende sulla costa occidentale della Sicilia nel territorio del comune di Marsala, nel tratto di mare compreso tra capo San Teodoro e capo Boeo o Lilibeo, comprendendo le quattro isole di San Pantaleo (Mozia), Isola Grande, Schola e Santa Maria e le saline costiere San Teodoro, Genna e Ettore Infersa.La riserva comprende lo “Stagnone” (da cui prende il nome) una laguna, la più vasta della Sicilia, caratterizzata da acque basse (1-2 m e spesso non più di 50 cm). In seguito ai movimenti della sabbia della laguna dovuti alle correnti sottomarine si è formata l’Isola Grande, intorno a due originari isolotti. La nascita dell’isola ha chiuso una parte di mare in origine aperta e qui, non essendoci correnti necessarie al ricambio, l’acqua è divenuta stagnante, con una temperatura al di sopra del normale.
La città di Selinunte oggi non esiste più. Tuttavia la sua grandezza è sopravvissuta. Tra l’VII e il V sec. fu una delle colonie greche più floride e più importanti e oggi è una delle aree archeologiche più rilevanti d’Europa. Vi stupirete, arrivando a Selinunte, per la vastità dell’area su cui sorgeva, per la mole possente delle colonne, per la ricchezza delle decorazioni, per la grande quantità di rovine sparse al suolo e per la solennità di quelle ancora in piedi. Selinunte sorgeva su una zona collinare poco distante dal mare che oggi ricade nel comune di Castelvetrano.
L‘arcipelago delle Egadi comprende tre isole maggiori, Favignana, Levanzo e Marettimo, e due isolotti disabitati, Maraone e Formica. Il mare che le circonda è una Riserva Naturale Marina.
Favignana è la più grande, la più popolata e forse anche la più famosa delle tre isole. Ha una forma allungata, leggermente più stretta al centro, che ne giustifica il soprannome di “farfalla”. Nella metà dell’800, assunse sempre maggiore importanza nel panorama economico della zona grazie alla famiglia Florio che vi impiantò una grande tonnara, capace di realizzare spettacolari stagioni di mattanza. Ancora oggi la tradizione millenaria della mattanza si rinnova ogni anno, continuando ad essere l’appuntamento più importante per l’isola. Splendide le acque, le piccole insenature e i fondali dai colori indescrivibili. Come ci ricorda il nome di uno degli angoli più belli dell’isola, Cala Rossa, nelle sue acque si combatté la battaglia delle Egadi del 241 a.C. Sulla sommità della montagna, a 304 metri d’altezza, noterete il Castello di S. Caterina, costruito in epoca normanna dal re Ruggiero.
Levanzo, con i suoi 5 Kmq, è l’isola più piccola e meno abitata dell’arcipelago. Un borgo fatto da pochi abitanti e circondato da coste alte e frastagliate che si aprono su un mare limpidissimo. L’aspetto dell’isola è piuttosto selvaggio, fatto di anse, grotte e rilievi. Il suo maggior vanto è la Grotta del Genovese: nelle sue pareti sono stati ritrovati importanti graffiti del paleolitico superiore che raffigurano uomini, animali, scene di caccia e di pesca. Essi rappresentano anche una delle più antiche testimonianze della pesca del tonno in Sicilia.
Marettimo è la più lontana delle tre isole e anche la più montuosa, a 37 km dalla costa trapanese. Da non perdere il giro dell’isola e la visita alle grotte che si aprono sulle sue pareti che scendono a strapiombo sul mare. In cima a Punta Troia, è ben visibile il Castello che gli arabi usavano come torre d’avvistamento e che poi fu trasformato in prigione. Al suo interno fu rinchiuso anche Guglielmo Pepe.
L’antico borgo marinaro di San Vito si trova sul promontorio che chiude il Golfo di Castellammare, tra la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro e quella di Monte Cofano. Si sviluppa lungo la costa e la sua spiaggia bianchissima la rende, ogni estate, meta ambita di chiunque si trovi in zona. Il borgo attuale cominciò a formarsi nel XVIII sec. intorno ad un antico Santuario, dedicato a San Vito martire, patrono della città. Piatto tipico è il Cous cous di pesce a cui ogni anno, a settembre, viene dedicato il Cous Cous Fest, Festival Internazionale del Cous cous.